ANFITRIONE

Mentre Anfitrione fa guerra ai Talebani, Giove sotto le sue sembianze giace con la sua sposa, Alcmena. La tragicommedia inizia con Sosia che in piena notte, per ordine di Anfitrione che è appena tornato con lui, deve andare a dare il resoconto della guerra alla moglie Alcmena, ma per strada incontra Mercurio, che per ordine di Giove ha assunto le sue sembianze, e non deve farlo arrivare da lui. Per farlo, Mercurio, convince Sosia con la violenza che è il vero Sosia è lui e così lo schiavo torna indietro dal padrone. Poco dopo Giove esce dalla casa di Alcmena giustificando la partenza dicendo che deve tornare a combattere e le dà una coppa d’oro che Anfitrione aveva vinto in guerra. Sosia va a riferire ad Anfitrione quello che gli era successo che incredulo ed arrabiato lo definisce un pendaglio da forca, ed arrabiato va dalla moglie.

Dal canto suo Alcmena lo accoglie in modo aggressivo e gli dice che si prendeva gioco di lei, poiché l’aveva lasciato poco prima. Qui segue un acceso dibattito su chi dei due aveva detto la verità; Alcmena come prova prende la coppa d’oro e la fa vedere al suo sposo, che per far vedere che la coppa l’ha lui, prende il cofano sigillato in cui l’aveva riposta e lo apre e vede che è vuoto. Alcmena gli racconta la serata che aveva passato con lui ma che in realtà aveva passato con Giove. Anfitrione per concludere la faccenda dice che va a cercare Naucrate, parente di Alcmena e che se Naucrate avesse confermato che non era stato con lei ma sulla nave l’avrebbe ripudiata. Alcmena accetta, Giove considerando l’accaduto torna con le sembianze di Anfitrione da Alcmena dice che era una burla e si fa perdonare.

Anfitrione dopo aver cercato a lungo Naucrate senza averlo trovato, torna a casa per cercare di scoprire con chi la moglie lo aveva tradito gli apre Mercurio. Intanto Alcmena sta partorendo due gemelli, Anfitrione che è fuori dalla porta è stato folgorato. Dopo viene soccorso dalla ancella Bromia che gli racconta la nascita dei due gemelli: e gli dice che uno è talmente grosso e forte che non è riuscito nemmeno a fasciarlo, poi gli dice che mentre erano nella culla, compaiono due enormi serpenti, e appena quel fanciullo fortissimo li vede scende dalla culla e li strangola. Mentre accade questo Giove confessa ad Alcmena di avere giaciuto con lei sotto le sembianze di Anfitrione. Quest’ultimo è contento di aver diviso la sposa con Giove ed ordina di offrirgli dei sacrifici. Giove infine dice ad Anfitrione di non punire Alcmena poiché è stata costretta dal suo potere gli dice che suo figlio gli darà eterna fama; Anfitrione è contento e dice che farà come vuole Giove e lo prega di mantenere la sua promessa.

PROSSIMI SPETTACOLI

ANFITRIONE STAGIONE 2020-2021 in aggiornamento

Prossimamente il cartellone degli spettacoli.  Mentre Anfitrione fa guerra ai Talebani, Giove sotto le sue sembianze giace con la sua…

0 comments

ANFITRIONE Giovedì 21 MARZO TEATRO SAN FRANCESCO – SCAFATI

Mentre Anfitrione fa guerra ai Talebani, Giove sotto le sue sembianze giace con la sua sposa, Alcmena. La tragicommedia inizia…

0 comments

ANFITRIONE matinèe per le Scuole – TEATRO DI COSTANZO MATTIELLO – POMPEI

MAGGIO 16 Giovedì      ore 09:30 / 11:30 INFO E PRENOTAZIONI : www.tappetovolante.org

0 comments

IL MEDICO DEI PAZZI

Spettacolo in due atti da SCARPETTA.  Regia Enzo VARONE

 

Protagonisti dello spettacolo: Enzo Varone, Gennaro Morrone, Antonio Vitale, Giovanni Della Valle, Ciro Zangaro.

 

Il protagonista è l’indimendicabile Don Felice Sciosciammocca sciocco e danaroso provinciale, che giunge a Napoli con la moglie al suo seguito per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo. Quest’ultimo vive a Napoli proprio grazie ai soldi che gli invia lo zio; invece di laurearsi in medicina e psichiatria, perde tutti i suoi averi al gioco vivendo allegramente in una pensione, insieme ad altri personaggi strambi quasi quanto lui.

Un giorno lo zio Felice e la consorte decidono di andare a Napoli per visitare la “clinica dei pazzi” del nipote. Ciccillo disperato chiede aiuto al suo amico Michelino per organizzare una colossale truffa ai danni dello zio.

Facendo credere allo zio che la pensione dove alloggia è in realtà la sua clinica privata e che gli abitanti della stessa sono i pazienti tutti pazzi affidati alle sue cure, solo cosi Ciccillo riesce nel suo intento. In un’esilarante girandola di equivoci, don Felice fa la conoscenza dei finti pazzi (a loro volta ignari di ciò che sta realmente accadendo) ma presto l’inganno viene scoperto!

“Il medico dei pazzi” è commedia degli equivoci in cui non c’è nessun personaggio che gioca il ruolo effettivo di “pazzo”, la commedia è interpretata da cinque attori sottoposti a continui cambi d’abito, impegnati a sostenere tutti i ruoli, anche quelli femminili.

Il testo originale, alleggerito da diverse lungaggini e forzature, conserva la sostanza ed il congegno comico.

alcuni estratti:

PROSSIMI SPETTACOLI

 

I MENECMI

Commedia comica di Plauto con adattamento di FABIO PISANO

Protagonisti dello spettacolo: Enzo VARONE e Gennaro MORRONE con Antonio VITALE, Pina GIARMANA’, Tina GESUMARIA e Elena FATTORUSSO

Regia Enzo VARONE

Due gemelli, che il caso ha separato da bambini, si trovano a vivere ignari l’uno dell’altro nella stessa città. Lo scambio di persona, che la perfetta somiglianza rende inevitabile, dà avvio alla vicenda comica. Da questo espediente scaturisce una serie infinita di equivoci, ambiguità, incomprensioni, fraintendimenti ed errori che sfociano in situazioni esilaranti capaci di far divertire il pubblico dall’inizio alla fine.  Un servo, un parassita, una moglie gelosa, una tenera amante si trovano coinvolti in una serie di situazioni paradossali che scardinano l’ordito delle convenzioni quotidiane, portando i due protagonisti sull’orlo della follia, fino a che l’atteso riconoscimento non risolve l’intrigo. Commedia fresca e divertente, che ispirò celebri autori quali Shakespeare e Goldoni.

Prossimi Spettacoli

I MENECMI : STAGIONE 2020-2021 in aggiornamento

Prossimamente il cartellone degli spettacoli. Commedia comica di Plauto con adattamento di FABIO PISANO Protagonisti dello spettacolo: Enzo VARONE e…

0 comments

I MENECMI – Domenica 20 GENNAIO 2019 ore 19:00 TEATRO “Jovinelli” Caiazzo

Commedia comica di Plauto con adattamento di FABIO PISANO Protagonisti dello spettacolo: Enzo VARONE e Gennaro MORRONE con Antonio VITALE, Pina GIARMANA’, Tina GESUMARIA e Elena FATTORUSSO Regia Enzo…

0 comments

ERA TUTTO COSI’… DIVERSO!

Commedia brillante in due atti, scritta e diretta da Michele Pagano.

Protagonisti dello spettacolo: Giovanni Allocca, Enzo Varone e Carmen Di Mauro.

Il mondo di Evaristo, interpretato da Enzo Varone, è la quotidianità fin troppo tranquilla ed eccessivamente abitudinaria. Divisa maniacalmente tra libri e solitudine, questa realtà si scontra inaspettatamente con la percezione, fino ad allora ignota, dell’anti se: l’invadenza e l’esuberanza del fratello Enzo, interpretato da Giovanni Allocca, tornato da una lunga tournée teatrale per stare qualche giorno con suo fratello Evaristo.

Queste due filosofie, che le diverse scelte di vita aveva allontanato, si rincontreranno per poi scontrarsi, dando vita a una serie di scoppiettanti ma amare situazioni: amore e odio, ricordi dimenticati, un segreto inconfessabile, torti mai perdonati, ma soprattutto l’entrata in scena di Amelie, interpretata da Carmen Di Mauro. Una donna comune, tranne che per il modo di parlare,  ma sicuramente speciale per i due fratelli.

PROSSIMI SPETTACOLI

ERA TUTTO COSI’ DIVERSO! 26-27-28 OTTOBRE – TEATRO “Il Siparietto” S.Giorgio a Cremano

Commedia brillante in due atti, scritta e diretta da Michele Pagano. Protagonisti dello spettacolo: Giovanni Allocca, Enzo Varone e Carmen Di Mauro.…

0 comments

VIVA ‘O RE!

PREMESSA

In occasione del 150° dell’unità d’Italia, l’associazione culturale Fratelli De Rege, ha inteso contribuire all’evento mettendo in scena lo spettacolo teatrale Viva ‘o Re, usufruendo di una comunicazione assolutamente moderna, che impegna tutte le maestranze teatrali, per essere compreso da un pubblico quanto più eterogeneo possibile. Ciò prefiggendosi lo spettacolo parte dall’anno che ha segnato un’epoca, il 1799, proponendo tuttavia diversi spunti di riflessione su corsi e ricorsi storici con inevitabili confronti e parallelismi storici.

 

NOTA DELL’AUTORE FAUSTO SESSO

E’ l’ultima notte del secolo, gli ultimi rintocchi del ‘700. Nella cella del carcere borbonico è rinchiusa la Storia. La grande storia della rivoluzione napoletana del 1799, tragico confronto fra l’utopia di uguaglianza e giustizia sociale di una élite e la secolare condizione di ignoranza e miseria di un popolo. Solo cinque mesi, la vita della fragile repubblica. Tornato sul trono il re, tutti coloro che l’avevano voluta e realizzata sono saliti sul patibolo: l’ultima immagine che ha straziato i loro occhi è stata la ferocia della suburra in festa per la loro esecuzione. La piccola storia di un poeta, Giacomo Antonio Gualzetti, che ha rinunciato a versi eruditi e commedie lacrimose per scrivere una gazzetta in dialetto affinché il popolo potesse comprendere i principi della rivoluzione: liberté, égalité, fraternité. Cinque mesi, come un’intera vita. Ideali illusioni speranze entusiasmi paure dolori… E’ rimasta solo un’ombra nera sul muro, la morte, che lo guarda e sorride: aspetta, che anche lui salga quei pochi gradini. Nella cella irrompe la Vita. Carmine detto Settefacce, lazzaro del Pallonetto di Santa Lucia. Occhi caldi, sorriso malandrino. Questa è solo una faccia. Nelle altre, fame desiderio violenza. E’ analfabeta, ma insegna la vita al poeta, la vita vera, tenuta lontana per inseguire versi, personaggi, rivoluzioni… E gli mostra la morte. Non l’ombra d’inchiostro sul muro ma quella dei compagni giacobini: i calci al vento, la mannaia che cala, il sangue che scorre. Sono due isole divise da un mare immenso. Accettano di attraversarlo, quel mare. E vi si smarriscono, fra lacrime, minacce, risate, litigi, canti, ricordi, odio feroce e dolce pietas. Si ritroveranno su una striscia di terra ignota. Naufraghi. Stranieri a se stessi. Mutati entrambi da una consapevolezza nuova: ora lo so, al di là dell’orizzonte non ci sono paradisi né draghi, c’è mare… / forse ha ragione il poeta: il mare non finisce dove si calano le reti… La Storia, nello spazio angusto d’una cella. Lazzari e giacobini. Alla fine, resteranno soltanto due uomini. La Vita.

NOTE DI REGIA

Leggendo il testo di Fausto Sesso e Angelo D’Ambrosio mi è parso subito evidente, aldilà della narrazione prettamente storica dei fatti della Rivoluzione del ’99, la grande contemporaneità delle vicende che coinvolgono il poeta giacobino Giacomo Antonio Gualzetti e il lazzaro del Pallonetto Carmine Ruoccolo, detto Settefacce.

Due vite diverse, quella dell’intellettuale idealista da un lato e quella del popolano “pagnottista” dall’altra, che finiscono con l’incrociarsi in maniera drammatica ma sicuramente risolutiva.

I sentimenti, le parole, le vicissitudini, il dolore, la speranza di questi due uomini di fine ‘700  potrebbero essere gli stessi degli uomini del “nostro” tempo. Giacomo è sì un poeta di fine ‘700 ma potrebbe essere uno di noi. Carmine è un lazzaro della rivoluzione ma potrebbe essere uno di noi.

La storia si ripete. Questo è un bene? Un male? Difficile dirlo. Allora perché non legare il presente al passato attraverso un filo quasi impercettibile ma ben saldo?

Il carcere diventa una gabbia, che imprigiona ma nello stesso tempo lega due entità così diverse e così vicine. L’albero della Libertà diventa il simbolo di una vittoria mancata ma anche il ricordo di una speranza che fatica a morire.

La musica “senza tempo”, interpretata dal vivo, che accompagna questo ultimo lungo giorno del XVIII secolo, ci rammenta che il modo di intendere la rivoluzione può cambiare ma non cambia la sua finalità: ribellarsi all’ingiustizia per avere un mondo migliore.

Giacomo aspetta di morire. Carmine aspetta di tornare a vivere come ha sempre fatto. Il tempo scorre, inesorabile ma con esso scorrono parole, racconti, ricordi. Qualcosa cambia. Altro succede. Il sentimento prevale sulla ferocia della quotidianità.

La morte non riesce a smorzare le coscienze. O forse sì.

TRAMA 

Nella cella di un carcere si svolge la vicenda personale di due uomini in un preciso momento storico: il poeta Giacomo Antonio Gualzetti e il lazzaro d’’o Pallonetto ‘e Santa Lucia, Carmine Ruoccolo detto Settefacce.

Il primo vive battendosi per l’affermazione dei principi di libertà, uguaglianza e fraternità. Unica sua fede è l’insegnamento di Eleonora Pimentel Fonseca morta ammazzata perché la gleba diventasse popolo. L’altro invece, fa dell’espediente l’unico modo per sbarcare il lunario e potere così arrivare al giorno seguente, schierandosi per questo dalla parte di chi meglio gli consente di vivere in totale anarchia, vendendosi.

I due si trovano per un piano preciso ma non immediatamente chiaro, a condividere lo stesso spazio e tempo di prigionia. Durante questa “forzata convivenza” vengono messe in luce le differenze ma anche le similitudini di due personaggi emblematici dell’epoca: il lazzaro e il giacobino, i quali rappresentano perfettamente le centinaia di presenze storiche che hanno animato e popolato la rivoluzione del ’99. Due personaggi che magistralmente raccontano, attraverso i loro vissuti, il momento drammatico in cui versava la città di Napoli e il Sud intero.

Tutto procede in un’alternanza di cordialità e tensione, di speranza e rassegnazione, tra lacrime e risate, amicizia e falsità… Tutto fino al 4 gennaio del 1800, quando il lazzaro abbandona la scena e il giacobino va in contro alla sua triste sorte.

 

 

AUTORI   FAUSTO SESSO e ANGELO D’AMBROSIO

 

RIADATTAMENTO TEATRALE MARIA BOLIGNANO e REGINA ADA SCARICO

 

CAST ARTISTICO: ENZO VARONE – GIOVANNI ALLOCCA – GIOVANNI D’ANCICCO

 

CAST TECNICO:    Regia: ENZO VARONE – Scenografia: FRANCESCO FELACO

Musiche: ILARIA SCARICOCostumi: GINA OLIVA –  Tecnico audio/Luci: PASQUALE PAPA

UNO, DUE, TRE, STELLA

Commedia brillante in due atti, scritta e diretta da Michele Pagano.

Protagonisti dello spettacolo: Giovanni Allocca, Enzo Varone, con Carmen Pommella e la partecipazione di Stefano Sarcinelli.

La trama narra la vicenda di tre loschi figuri: Antonio Basso detto “Asso pigliatutto”, interpretato da Stefano Sarcinelli, è un disoccupato per scelta che vive suo malgrado a carico della ricca moglie; Salvatore Cuomo detto “Totore ‘o tavuto”, interpretato da Giovanni Allocca, è invece un beccamorto per professione e per passione, la cui più grande aspirazione è diventare proprietario assoluto di un cimitero. Infine Luigi Vastucci detto “Gigino Cuore matto”, interpretato da Enzo Varone,  è un aspirante musicista con sicure probabilità di insuccesso.

Il trio, costituitosi per caso e per esasperazione, intende dare una svolta definitiva alla magra quotidianità fino a quel momento vissuta, sempre ai margini della legalità.

Decidono così di organizzare il sequestro di Veneranda Buonocore, la ricca consorte di “Asso pigliatutto”, sicuri che con i soldi del riscatto possano finalmente condurre una vita migliore.

La loro cronica inettitudine e il loro fare maldestro però li porta a sbagliare obiettivo: sequestrano Jane, l’americana di Taranto interpretata da Carmen Pommella, la quale, esercitando il suo discreto fascino sui tre poveri imbecilli e avendo  le idee ben chiare, da sequestrata si ritrova capo della banda.

EDUARDO…Semplicemente UNICO

“spettacolo omaggio” a EDUARDO DE FILIPPO a trent’anni dalla sua scomparsa.

Protagonisti dello spettacolo: ENZO VARONE con Tina GESUMARIA, Antonio VITALE, Giuseppe CAIAZZA e con Pina GIARMANA’ (voce).

Regia Enzo VARONE

Lo spettacolo, composto da tre atti unici: Pericolosamente, Il Pezzente e Sik Sik L’artefice magico, nonché da poesie e canzoni del celebre drammaturgo, vuole mettere in evidenza aspetti comici e drammatici della ricchissima produzione artistica di Eduardo.

Pericolosamente è una commedia in un atto che racconta di Michele, vecchio amico di Arturo, che torna dopo quindici anni di lavoro negli Stati Uniti a Napoli, dove la sua compagnia ha deciso di trasferirlo. È in cerca di una camera in affitto e Arturo si offre di ospitarlo in casa propria, dandogli un appuntamento per fargli vedere la stanza: ad attenderlo, trova la moglie di Arturo, Dorotea, donna sciocca e dal carattere capriccioso che egli ha sposato due anni prima.

I due si intrattengono in una conversazione nel corso della quale Dorotea confessa a Michele che il marito, ogni giorno, gli spara con una rivoltella nei momenti d’ira; tuttavia, però, per due anni ella è sempre stata miracolata, sfuggendo misteriosamente alla mira del marito…!

 

Il Pezzente, atto unico inserito nella rivista “Ogni anno punto e a capo” In questo lavoro, il protagonista, è alle prese con una moglie più vecchia di lui, ma ricchissima, che vuole lasciarlo per scappare con l’amante; cosi per non farsi lasciare e non perdere i soldi della moglie, escogita con l’aiuto di un amico un piano “salva finanze” ma…non tutto riesce alla perfezione.

 

Sik-Sik l’artefice magico. Sik Sik è un illusionista che si esibisce assieme alla moglie Giorgetta che lo accompagna in teatri di infimo livello. Per la riuscita di uno spettacolo, il mago è costretto all’ultimo momento a sostituire Nicola, assentatosi inopinatamente, con Rafele. La cosa provoca un’imbarazzante situazione allorquando Nicola rientra e la lite inscenata con Rafele causa lo smarrimento di diversi elementi utili per la buona riuscita dei numeri di magia. Tale situazione porta al misero fallimento dello spettacolo.